Menu Chiudi

Ora e sempre Resistenza – Il partigiano Salamanna

In occasione degli incontri di formazione promossi dall’ANPI e denominati “Nella notte ci guidano le stelle”, si è tenuto presso il Museo Civico di Bari il primo di questi dedicato al partigiano Giorgio Salamanna ed intitolato “Ora e sempre resistenza. L’ANPI Provinciale di Bari dal 1945 a Salamanna presidente. A cento anni dalla nascita del partigiano Giorgio Salamanna“.

Ha introdotto la serata il Vice Presidente Nazionale dell’ANPI Ferdinando Pappalardo, che ha spiegato le motivazioni che hanno portato la realizzazione dei questi incontri, promossi a livello nazionale dall’ANPI. Successivamente Ines Pierucci, assessora alle Politiche culturali e turistiche, ha portato il saluto del Comune di Bari.

Infine il prof. Pasquale Martino, presidente provinciale dell’ANPI, ha illustrato le vicende costitutive dell’ANPI e la figura di Giorgio Salamanna. A tal riguardo, riportiamo il testo del suo articolo, pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno del 16 ottobre 2023.

Il partigiano Salamanna

1923-2015

Chi ha conosciuto Giorgio Salamanna – presidente provinciale dell’Anpi di Bari per quasi quarant’anni, il partigiano per eccellenza agli occhi della generazione dei “figli” – serba vivissimo il ricordo della sua fermezza pacata, di un garbo riservato ed elegante, che si esprimeva anche nella sfumatura sorridente dell’intonazione salentina. Era nato infatti a Melpignano il 17 ottobre 1923. Cento anni fa, dunque: un anniversario che l’associazione partigiana, cui fu iscritto fin dal settembre 1945, celebra con il sentimento di devozione che si deve a un padre autorevole e amorevole, scomparso nel 2015 a 92 anni.

L’8 settembre 1943 Salamanna ventenne, sarto e all’occorrenza anche barbiere, è inquadrato col grado di caporale nella 19ª Divisione di fanteria Venezia di stanza in Montenegro. A differenza di altre unità italiane, che per lo più si arrendono ai tedeschi e vengono deportate in massa, o combattendo vengono distrutte più o meno rapidamente, la Divisione Venezia mantiene i suoi ranghi pressoché intatti e sceglie – mediante una consultazione decisa dal comandante, generale Giovanni Battista Oxilia (Salamanna la definirà «una sorta di referendum») – di continuare la guerra contro i nazisti coordinandosi con i partigiani jugoslavi. Pur considerandosi ancora parte integrante dell’esercito italiano fedele al re, la Venezia diventa a tutti gli effetti una unità operativa dell’Esercito popolare di liberazione jugoslavo assumendo (con la Divisione alpina Taurinense) il nome di Divisione Garibaldi. A gennaio del ’44, mentre l’attività partigiana è in pieno svolgimento, Salamanna cade prigioniero dei tedeschi e viene internato nel campo di transito di Semlin presso Belgrado. La sua perizia di artigiano, di cui i carcerieri si avvalgono, ritarda il trasferimento in un Lager germanico, finché un incendio causato da bombardamenti alleati gli permette di evadere. Rifugiatosi presso contadini serbi, si ricongiunge alle forze partigiane combattendo sino alla fine del conflitto e al ritorno in patria.

Stabilitosi a Bari, sposatosi, si dedica alla famiglia, al lavoro (diventando un affermato maestro di sartoria), al suo ideale politico – il socialismo di sinistra – e all’associazione dei partigiani. Negli anni ’70 è vicepresidente provinciale sotto la presidenza di Aramis Guelfi, partigiano e politico di origine toscana, che Salamanna definirà «vero artefice della riorganizzazione dell’Anpi provinciale barese», e dopo la morte di questi nel ’77 diventa presidente: carica cui verrà rieletto in tutti i successivi congressi fino alla morte. La sua presidenza attraversa stagioni politiche e momenti drammatici: l’escalation neofascista, che culmina a Bari con l’assassinio di Benedetto Petrone, la parabola del terrorismo brigatista (durante il sequestro Moro, nell’aprile 1978, si svolge a Bari una grande manifestazione unitaria antifascista e antiterrorista, e in quei giorni si riunisce nel capoluogo pugliese il Comitato nazionale dell’Anpi), e poi la stagione dell’oblio, del “revisionismo storico”, dei tentativi di delegittimare la Resistenza. Ma anche una stagione di nuovi studi, di costruzione della memoria, di lavoro con le scuole. Fra le molte sue eredità non si possono dimenticare la costante attenzione ai rapporti con le associazioni partigiane dell’altra sponda adriatica e ai luoghi della memoria della presenza di combattenti jugoslavi in Puglia, nonché la scrupolosa cura e conservazione del prezioso archivio storico dell’Anpi provinciale, una parte del quale, oggi, è stata digitalizzata ed è consultabile in rete. L’archivio è dedicato alla sua memoria.

Pasquale Martino

Pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno, 16 ottobre 2023

Articoli Correlati